Decine di parlamentari, centinaia di consiglieri regionali. Le misure chieste dal Colle potrebbero
sollevare un'intera classe politica dal peso di inchieste per peculato, abuso d'ufficio, corruzione
Corte costituzionale: "No a rinvio della pena per carceri sovraffollate. Ma il legislatore agisca
sollevare un'intera classe politica dal peso di inchieste per peculato, abuso d'ufficio, corruzione
Corte costituzionale: "No a rinvio della pena per carceri sovraffollate. Ma il legislatore agisca
Da
un giorno si parla di misure di clemenza e la Casta è già pronta a
festeggiare. I Parlamentari che (oltre a votarsi l'eventuale
provvedimento) potrebbero beneficiarne sono almeno una quarantina: 37,
per la precisione, erano quelli coinvolti in inchieste e processi a
inizio legislatura. Poi se ne sono aggiunti almeno altri dieci. Ma non
sono gli unici pronti a esultare. Le regioni sono popolate di
condannati, rinviati a giudizio, indagati: i circa 300 Fiorito d’Italia
non vedono l'ora di ringraziare di Diego Pretini
Presidente Napolitano ora basta
Va
bene tutto. Va bene il rispetto per un uomo di 88 anni. Va bene il
rispetto dovuto al Presidente della Repubblica. Però Sig. Presidente ora
ci permetta di dissentire vibratamente e con forza alle sue ultime
esternazioni. Lei ormai, continua senza nessun ostacolo, ad andare oltre
le sue prerogative costituzionali. Si è fatto rieleggere, a Suo dire,
per garantire stabilità al Paese. Ma da anni continua solamente a
garantire la stabilità dei governi che Lei ritiene di formare. E non
certo quelli che i cittadini hanno voluto. Si permette il lusso di
intervenire su importanti fatti che dovrebbero essere esclusivamente
politici e non di un Presidente della Repubblica. Disfa a Suo piacimento
senza nessun timore.
Per
molto meno l’ex Presidente Cossiga venne messo in stato di accusa per
alto tradimento alla Costituzione. Si concede, sovente, il lusso di
intervenire prima di decisioni importanti. Un esempio emblematico sulla
giustizia è stato qualche mese fa quando è intervenuto, qualche giorno
prima della pronuncia della Corte Costituzionale, per dire che la
riforma che eliminava i Tribunali minori e cancellava molte Procure
della Repubblica non poteva essere messa in discussione. E guarda il
caso, la Corte Costituzionale se ne guardò bene dall’intervenire in
senso opposto alle sue dichiarazioni.
O
dovremmo ricordarLe quando nel gennaio 2012 intervenne per evitare che
il referendum sulla legge elettorale venisse dichiarato ammissibile
dalla Corte Costituzionale. E quindi, impedire, che il Governo Monti
cadesse.
Ora
come se non bastasse, e di esempi se ne potrebbero fare infiniti,
interviene con un messaggio alle Camere, che più che un invito è un atto
di governo bello e buono. Chiede, o meglio, ordina, al Suo Governo di
fare sia un amnistia e sia un indulto per risolvere il problema del
sovraffollamento delle carceri.
È
bene ricordare che l’amnistia è una causa di estinzione del reato e
consiste nella rinuncia, da parte dello Stato, a perseguire determinati
reati. Si tratta di un provvedimento generale di clemenza, ispirato,
almeno originariamente, a ragioni di opportunità politica e
pacificazione sociale. Mentre l’amnistia estingue il reato, che quindi è
come non fosse stato commesso, l’indulto estingue solo la pena.
E tutto questa, guarda un po’ il caso, dopo i ricatti e le pretese del pregiudicato Berlusconi.
Sig.
Presidente, Lei è in carica da più di sette anni. Si è accorto ora del
problema delle carceri italiane? Prima dov’era? Dov’era quando l’Europa
chiedeva che anche le carceri italiane si adeguassero ai principi
cardine del rispetto delle condizioni dei detenuti? Ora all’improvviso
si accorge del problema?
E
a chi osa criticarla Lei risponde politicamente e svelando, così, il
suo vero ruolo. Ma non crederà che tutti i cittadini siano rincoglioniti
dalle false notizie o dalle false informazioni. Il suo atto di
indirizzo politico è fuori dai suoi poteri previsti dalla Costituzione e
precisamente dall’art. 87.
Lei va ben oltre da tempo. E ci permetta di criticarLa ed opporci civilmente a quanto Lei sta facendo.
Non
può chiedere un’altra amnistia e un altro indulto. Grazie all’indulto,
Berlusconi ad esempio ha già ottenuto tre anni di sconto dalla pena di 4
anni. Ma a parte il pregiudicato Berlusconi è tutto il suo ragionamento
che non può essere tollerato. Le carceri e la Giustizia in Italia sono
anni che meritano attenzione. E certo non come inteso da Lei e da
Berlusconi. Il sistema Italiano ormai è diventato da garantista a quello
dell’impunità.
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tutte a favore dei forti e dei delinquenti. Via tribunali e via risorse
per ottenere la certezza della pena e delle sua funzione rieducativa.
Queste cose non le interessano? Le vittime dei reati che devono fare?
Queste persone le vuole riconoscere come meritevoli di tutela da parte
dello Stato Italiano?
O
pensa che se ci siano tanti criminali la soluzione sia sempre quella di
salvarli per svuotare le carceri (che rimangono sempre le stesse e
nelle medesime condizioni) o magari come fanno nei paesi normali
costruiscono nuove e più adeguate carceri? Pensa che salvando i soliti
criminali e ottenendo qualche posto letto in più poi le carceri
rifioriscano dalle proprie ceneri?
Presidente Napolitano, come dicono dalle sue parti: cà nisciun è fess.
Ora
basta veramente. Volete eliminare tutti i principi di diritto? Ditelo
una buona volta e facciamola finita. Ci mettiamo l’anima in pace e
diventiamo tutti delinquenti politici e impuniti.
di Andrea Viola - il Fatto Quotidiano - 9 ottobre 2013
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