Articolo pubblicato sul quotidiano "Il Gazzettino", 17/06/2012
Basta fitofarmaci: è più
conveniente
PIEVE DI SOLIGO - Azzerare
l'impiego di fitofarmaci tra i vigneti della pedemontana non è solo possibile,
ma è anche conveniente. A dirlo è lo stesso Consorzio di tutela Conegliano
Valdobbiadene Prosecco superiore, che proprio in questi giorni ha fatto un
bilancio delle attività svolte dagli agricoltori seguendo le regole inserite
all'interno del protocollo viticolo. E il risultato della sperimentazione è
stato sorprendente. «Il protocollo è stato promosso a pieni voti - fa il punto
il Consorzio - grazie ad esso nell'area Docg si sono compiuti ad oggi il
20 per
cento dei trattamenti fitosanitari in meno rispetto agli anni scorsi, e con
prodotti meno tossici». In tutto ciò, cosa assolutamente non
secondaria, la produzione non ha subito alcun rallentamento. «Il tempo variabile
che ha caratterizzato questa primavera certo desta qualche preoccupazione, così
come gli eventi atmosferici straordinari dei giorni scorsi - continua - ma
nonostante le ripetute piogge, le viti sono in perfetta salute» Insomma, avanti
tutta con il protocollo viticolo, voluto dallo stesso Consorzio per ridurre
sempre di più i fitofarmaci in vigneto e sostituire i prodotti più tossici con
quelli in fascia verde, cioè con quelli a minore impatto ambientale. «Con questo
desideriamo
anzitutto proteggere il delicato ecosistema delle colline del
Prosecco superiore - spiega Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela
- e vogliamo inoltre rispondere alla richiesta di sicurezza dei cittadini: in
questo senso tutto il territorio si sta muovendo in modo coordinato, come
dimostra l'iniziativa dell'Usl di Pieve
di Soligo (lo screening su 500 abitanti) che consiste nella prima concreta
indagine per verificare i possibili effetti sull'organismo umano derivanti dal
Mancozeb, prodotto ancora molto utilizzato ma bandito dal nostro protocollo
viticolo per la sua tossicità». Il lavoro non manca,
quindi. Anche se i viticoltori pronti a seguire le regole del Consorzio crescono
in continuazione e oggi, dopo il 2011 di prova, sono già diverse centinaia.
Entro fine luglio, per di più, la Regione dovrebbe far partire due nuove
sperimentazioni: la prima prevede lo studio di difesa della vite dalle malattie
con metodi in grado di ridurre ulteriormente l'impatto ambientale, mentre la
seconda riguarda una ricerca su metodi alternativi di distribuzione dei prodotti
fitosanitari, con particolare
attenzione alle aree più impervie di alta collina, per evitare la dispersione
delle sostanze nell'ambiente,
permettendo al tempo stesso di limitarne l'utilizzo al minimo indispensabile.
«Il Consorzio di tutela - concludono da Conegliano e Valdobbiadene - sarà il
capofila di un lavoro che vedrà la collaborazione di tutti gli enti del
territorio: dagli istituti di ricerca universitari al Cra, da Veneto agricoltura
ai 15 Comuni dell'area pedemontana, sino alle associazioni di categoria e alla
Camera di Commercio». Mauro FavaroAlcuni commenti da parte del WWF Altamarca
Parole rassicuranti da parte del presidente del
Consorzio di tutela DOCG prosecco
Però
mi domando:
-
Su quali basi si
fondano le sue affermazioni ? (20 % in
meno di trattamenti con prodotti meno tossici)
-
E’ possibile avere
accesso ai dati che confermano le sue affermazioni
?
-
Oppure sono solo sue
impressioni, non confermate da numeri verificabili come quando, lo scorso anno,
il suo direttore dichiarava che i controlli dei residui di pesticidi sul
vino avevano confermato che era tutto in regola ?
-
E quando afferma di
proteggere il “delicato ecosistema delle colline”, come la mettiamo con
l’irrorazione di pesticidi con l’elicottero ?
In
quanto al fantomatico screening promosso dalla
ULSS7:
-
E’ possibile
saperne di più ? Dobbiamo vivere
all’oscuro di tutto ? Oppure c’è qualcosa che si vuole tenere nascosto per paura
di essere messi alla berlina sul metodo?
-
Ma la ULSS7 a chi
risponde ? Ai cittadini o a qualche
potentato politico ?
-
Perché si
ricercano sulle urine dei cittadini le tracce del “mancozeb” se è stato “bandito
dal protocollo per la sua tossicità”
?
-
E inoltre, si può
sapere quando verranno eseguite le analisi delle urine poiché le
tracce del metabolita ETU del pesticida “mancozeb” devono essere rilevate entro
poche ore dalla contaminazione ?
-
E se si faranno
nelle prossime settimane, l’ULSS7 è a conoscenza che, a partire da fine giugno
primi di luglio, per i trattamenti sui vigneti contro la peronospora
della vite verranno utilizzati solo prodotti rameici e zoldo, e non più il
“mancozeb” ?
-
E in questo periodo
inizieranno invece abbondanti irrorazioni con insetticidi pericolosi come
il “clorpirifos”, molecola della famiglia dei famigerati “organo
fosforici” il cui progenitore è il “gas nervino” inventato dai nazisti ?
-
E insetticidi della
classe dei “neonicotinoidi” come il “thiametoxan” che si sono
dimostrati letali per le api e gli altri insetti pronubi
?
Alcune informazioni utili nel libretto redatto dall'Associazione WWF Altamarca
Frontespizio del libretto sui pestici realizzato da WWF Altamarca |
Di seguito alcune informazioni tratte dal sito http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=4990&lang=ita :
[...] Fra i principi attivi più diffusi, dopo lo zolfo (il più usato) c’è il “Mancozeb”, utilizzato per combattere la peronospora della vite. Nell’Usl 7 ne furono vendute circa 120 tonnellate, nell’Usl 8 circa 29 e nell’Usl 9 184.
Il Mancozeb, va detto, è stato messo al bando dal Parlamento europeo assieme ad altri ventuno pesticidi, perché ritenuto pericoloso per l’uomo in quanto cancerogeno che determina alterazioni dei processi riproduttivi e dello sviluppo pre e post-natale (disfunzioni della tiroide, infertilità maschile per alterazioni degli spermatozoi, abortività precoce, patologie metaboliche quali l’osteoporosi postmenopausale, etc.).
E non solo: dai dati raccolti è emerso che nella provincia di Treviso siano state impiegate 55 tonnellate di "Glyphosate", il famigerato Roundup della Monsanto per intenderci, e 8 di "Glufosinate ammonium".
Anche quest’ultimo è un prodotto bandito dalla Comunità Europea perché classificato come cancerogeno ... ma tant'è, come si dice "chissenefrega" in veneto?
Fra gli insetticidi (a parte l’olio minerale) il più usato è un altro principio attivo contestato: il “chlorphirifos”. Circa 3 tonnellate di questo prodotto sono state impiegate nell’Usl 7, più di mezza tonnellata nell’Usl 8 e quasi 7 tonnellate nella Usl 9. Di che stare allegri insomma.
Numeri, questi, che evidenziano un ricorso massiccio alla chimica e naturalmente alla sperimentazione animale in quanto tutti questi prodotti vengono testati sugli animali, col risultato di mettere in commercio dei prodotti che solo dopo anni si rivelano nocivi per l'uomo ... ma intanto chi doveva guadagnarci ci ha guadagnato. In barba a tutti gli altri, produttori e consumatori.
[...]
Co.Di.TV: attenzione, nuoce gravemente alla salute!
Co.Di.TV si occupa di monitoraggio ambientale e quindi studia le migliori misure per il trattamento fitosanitario, in relazione alla situazione del territorio.
Peccato che le loro proposte sul trattamento fitosanitario, proponendo i prodotti migliori dal punto di vista dell'efficacia e tossicità, si basino sulle proposte dei produttori di fitofarmaci (Basf, Syngenta, ...) e non su dati scientifici indipendenti, cosi si configura un chiaro conflitto d'interesse in cui l'industria agrosanitaria decide come trattare le nostre colture.
Questo è quanto è emerso dalla relazione di Fiorello Terzariol, martedi 19 presso la Sala Consiliare del Comune di Pederobba: nelle loro riunioni per decidere cosa scrivere nel bollettino inviato a migliaia di viticoltori, le proposte vengono affidate ai rappresentanti delle industrie che producono i fitofarmaci!
E' chiaro che in questa situazione un organismo come il Co.Di.TV non sia intellettualmente indipendente per avanzare proposte che, magari, vadano nell'ottica di una riduzione dell'inquinamento, perché contrasterebbero gli interessi economici dell'industria del fitofarmaco.
Complimenti Terzariol per essere stato cosi esplicito nel dire come stanno le cose da voi, considera perà che dovreste DIFENDERE il territorio, e questa è un'altra cosa.
Due parole riguado la giornata dimostrativa dal titolo "La difesa del vigneto e l'impatto ambientale" : nella foto mostrata si vedeva l'irroratrice a tunnel, per ridurre la deriva dei prodotti fitosanitari, applicata alla coltivazione della vite in pianura.
Coltivare il prosecco in pianura significa almeno duplicare la quantità di fitofarmaci impiegati rispetto all'analoga coltivazione in collina, con gravi ripercussioni sull'inquinamento.
Inoltre, nella foto di presentazione dell'evento si vede un vigneto in pianura com i filari di vite trattati con disseccante: complimenti! E' proprio questa l'agricoltura che sogniamo per noi e per i nostri figli!