martedì 5 agosto 2014

Come usare i fondi del PSR per trasformare le emergenze in prevenzione

 Giuseppe Altieri, Agroecologo

Carissimi, 
ogni anno si rinnova il mio appello contro il dissesto idrogeologico, dovuto principalmente alla distruzione dell'Humus dei terreni che così non trattengono più l'acqua per migliaia e migliaia di ettari, provocando delle "Bombe Idriche".
Ciò a causa di Pesticidi, Disseccanti e Diserbanti, Concimi chimici, ecc. il cui uso ogni anno continua a incrementare, nonostante le politiche agroambientali regionali dovrebbero prevedere la riconversione biologica delle coltivazioni e il ripristino di siepi e alberature lungo i fossi di scolo. 
Invece, le regioni sovvenzionano l'uso dei mezzi chimici, chiamandola Agricoltura Integrata, o "conservativa" (a base di disseccanti che distruggono l'humus), falsificando i disciplinari di Produzione Integrata che prevedono molti più Pesticidi e disseccanti del normale uso agricolo convenzionale.
Gli stessi signori che chiedono politiche di prevenzione contro le alluvioni siedono nei tavoli di concertazione e sorveglianza sui PSR regionali , ricchissime finanziarie agricole che hanno a disposizione oltre 5 miliardi all'anno per la riconversione biologica dei terreni e per l'incremento dell'humus...
Questi signori delle associazioni ecologiste, dei consumatori, e soprattutto dei sindacati agricoli, questi ultimi in conflitto di interessi drammatico a danno della salute umana e dell'ambiente, in quanto spesso partecipi dei consorzi agrari che vendono disseccanti e pesticidi, nulla fanno per costringere le regioni ad utilizzare in maniera conforme le enormi risorse agroambientali disponibili, distratte da circa 20 anni, in una mega-truffa comunitaria chiamata Agicoltura (dis)Integrata, più volte censurata dalla Corte dei Conti UE, basata su presunte riduzioni di uso della chimica, non controllabili ne verificabili (Rel.3/2005 Corte dei Conti UE).

Vi allego mio articolo di denuncia, pubblicato nel giornale della E 45 con un commento introduttivo di mia figlia preoccupata per il suo (e nostro) futuro.
Attualmente abbiamo dei ricorsi ai TAR (Toscana, Umbria, Marche e al Consiglio di Stato, con esposto alla Corte dei Conti del 2001, al fine di fermare le distrazioni di risorse agroambientali e riconvertire l'agricoltura al Biologico.
Purtroppo gli effetti delle alluvioni peggiorano la situazione anno dopo anno in quanto i terreni agricoli perdono lo strato fertile superficiale.
Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi, le risorse ci sono in abbondanza, bastano a riconvertire tutti i terreni agricoli italiani in biologico, assicurando la copertura dei mancati ricavi, maggiori costi, più un 20% per la transazione burocratica al Biologico, più un 30% se si attivano azioni collettive di riconversione d'area, con immensi benefici sul territorio. Ovvero l'agricoltura biologica deve convenire per legge (regolamento comunitario) per tutti gli agricoltori, con azione obbligatoria e prioritaria nei PSR.
...ottimizzando la spesa dello stato: dall’emergenza alla prevenzione...

Ma sino ad oggi la miopia dei sindacati agricoli e delle regioni e i conflitti di interesse dei sindacati agricoli non han fatto altro che accelerare il disastro idrogeologico e sanitario dell'agricoltura italiana con drammatiche ripercussioni sulla salute (l'Italia ha il record Mondiale dei tumori dell'Infaniza ed ha perso 10 anni di vita sana media dal 2004 ad oggi, fonte OMS - Eurostat)... 
Pesticidi e diserbanti presenti negli alimenti e nelle acque e contaminanti dei terreni agricoli con esposizioni professionali elevate da parte degli agricoltori, sono le principali concause aggravanti di Patologie degenerative, scientificamente  e legalmente riconosciuti (Es. Parkinson per gli agricoltori in Francia)

Se qualcuno vuol partecipare alle vertenze in corso sulle politiche agroambientali ci contatti pure

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica, Agroecologia - Ist. Agrario Tod
Studio AGERNOVA - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
ACCADEMIA MEDITERRANEA PER L'AGROECOLOGIA E LA VITA (AMA la Vita)
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
tel 075-8947433, Cell 347-4259872
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Le vere cause delle alluvioni di Giuseppe Altieri (aggiornamento novembre 2012)

Questi disastri sono causati soprattutto dall'uomo, che disbosca e coltiva usando tanti prodotti chimici che impoveriscono il terreno e lo rendono più debole. Dovremmo, anzi Dobbiamo  sfruttare la natura in modo più responsabile, altrimenti finiremo per fare del male alla terra e anche a noi. 
Nina Altieri
Scuola Media "A. Ciuffelli " - Massa Martana (PG)

Distruzione dell'Humus dei terreni, che trattiene l'acqua, a causa di disseccanti, diserbanti e Pesticidi chimici agricoli, abbandono dei terreni e distruzione di siepi... per migliaia e migliaia di ha ...che confluiscono in ogni fiume... 
E, se non ci muoviamo in tempo, l'anno prossimo arriveranno anche gli OGM... resistenti ai disseccanti.
Riportiamo agli agricoltori italiani la responsabilità della nostra salute e dell'Ambiente. Vietando l'uso della chimica in agricoltura !
Ho letto commenti sull'alluvione in Liguria, così come ho ascoltato infiniti commenti alle televisioni, ma nessuno dice la cosa più importante, ovvero che, se non mettiamo a posto l'agricoltura, liberandola dalla chimica che distrugge l'Humus e dalle speculazioni commerciali che provocano abbandono delle terre, le alluvioni saranno sempre più pericolose... per la mancanza di trattenimento delle acque "a monte", ovvero nei terreni agricoli.
Abbiamo oltre 25 miliardi di € di fondi comunitari di Sviluppo Rurale in Italia per il periodo 2007-2013 (ne sono stati spesi ad oggi meno della metà , ndr... e rischiamo di perderli anche per il prossimo periodo 2014-2020, se non li utilizziamo a dovere), oltre ad almeno altrettanti fondi di cosiddetti Premi PAC di Sostegno al reddito degli agricoltori (con cui si continua a sostenere agricoltura chimica, ed allevamenti senza terra, industriali, produttori di liquami inquinanti ...invece di fertile letame, che aumenta l'humus nei terreni trattenendo enormi quantità di acqua... ndr).
Fondi destinati al cosiddetto "Sviluppo rurale" ovvero per la riconversione (obbligatoria e prioritaria per Regolamenti europei) verso la coltivazione Biologica, rimettendo in tal modo a posto i nostri campi oggi martoriati dalla chimica (disseccanti arancio che distruggono i microrganismi, irrorati prima della semina e sotto le vigne, i frutteti e gli oliveti, pesticidi in altissime quantità con molti residui nei cibi, ecc).  
Chimica  che distrugge l'humus e la vegetazione che protegge la terra ...la quale, pertanto, non trattiene più l'acqua e si sfalda... provocando disastri le cui cause sono principalmente dovute alla diminuzione di sostanza organica stabile dei terreni, la vera e propria "spugna" che assorbe acqua fino a 10 volte il suo peso. E quando decine di migliaia di ettari di terreno trattengono meno della metà dell'acqua che trattenevano 40 anni fa... l'erosione, le alluvioni e i disastri sono la conseguenza inevitabile
Concausa  aggravante è anche l'abbandono dei terreni e la mancanza di coperture autunno-invernali, oltre alla distruzione delle siepi, iniziata negli anni 60' per una sfrenata meccanizzazione. Piante idrofile come Salici, Platani e Pioppi, che evaporano milgiaia di litri d'acqua al giorno lungo i fossi, i canali dei campi e in ultimo i fiumi... che ricordo a tutti, raccolgono le acque di migliaia e migiaia di ha di terreni agricoli e boschivi... Terreni che oggi vengono a saturarsi troppo facilmente, rilasciando a un certo punto l'acqua tutta insieme, così creando delle vere a proprie "bombe idriche", che cadono a valle portandosi via tutto ciò che incontrano...
Erodendo nel contempo i terreni che si sfaldano in fango, con incremento progressivo del problema della drammatica riduzione del "trattenimento d'acqua a monte"...
E siccome il fenomeno è di carattere esponenziale nel futuro dobbiamo aspettarci di peggio se non interveniamo a dovere... Gli agricoltori rischiano di perdere definitivamente la fertilità dei terreni e lo stesso strato di terra coltivabile che frana drammaticamente a valle.
Ciò e misurabile con attrezzature semplici messe lungo i fossi di scolo dei campi...
 Oggi vi sono fondi europei di sviluppo rurale immensi (in Europa oltre 200 miliardi di € investiti), per rimettere le siepi, pagare tutti i mancati redditi, i maggiori costi, più un 20% per chi coltiva in biologico, per  inserire le coltivazioni di copertura autunno-invernali intercalari tra le colture da raccogliere, per incrementare la biodiversità, proteggere le aree di interesse naturalistico (Natura 2000)... e sostenere tutte quelle pratiche agroambientali atte a prevenire le catastrofi e migliorare la fissazione del carbonio del terreno incrementando l'Humus (e risolvendo nel contempo l'effetto serra, ndr)... fondi utilizzabili e sufficienti per milioni di ha.
In tal modo ..."preservando la fertilità dei terreni per le generazioni future"... (Art. 44 della Costituzione Italiana, che tutela inoltre i diritti inviolabili alla salute e all'ambiente salubra, Art. 32, e Art. 9, regolando l'attività economica affinche tali diritti non vengano violati, Art. 41)
 Ma queste immense somme europee vengono utilizzate in modo distorto, per la miopia dei sindacati agricoli irresponsabili (Coldiretti, Unione Agricoltori, CIA) che sono molto spesso parti attive nelle proprietà dei consorzi agrari che vendono pesticidi ...mentre concertano le politiche agroambientali degli assessorati all'agricoltura... in palese conflitto di interessi... visto che tali politiche dovrebbero finanziare la sostituzione dei pesticidi e concimi chimici...
Enormi risorse finiscono nelle tasche di chi abbandona i terreni senza coltivarli (Set-aside ventennali... es. in Basilicata) e, molto peggio, di chi compra pesticidi, chiamandola "agricoltura Integrata", falsificandone le norme, secondo disciplinari che oggi prevedono usi di pesticidi molto superiori al normale impiego in agricoltura convenzionale. Ad es. le autorizzazioni a disseccare i terreni prima di seminare con prodotti tossicissimi, a disseccare le file dei vigneti, oliveti, frutteti, consentendo oltre 30 trattamenti chimici sui frutteti e oltre 20 sui vigneti... Per chi intendesse approfondire la questione consiglio di scaricare i disciplinari regionali di agricoltura (dis)integrata delle regioni italiane da internet, Disciplinari per il cui rispetto vengono erogati i fondi agroambientali europei... ovvero per continuare a  Comprare Pesticidi disseccanti e concimi chimici che distruggono l'humus !!! 
Andate a vedere in tutta Italia, per esempio, i vigneti con l'erba disseccata invece che tagliata, le zone del Gavi in Piemonte (da cui l'Acqua scende in Liguria, ndr) o a Conegliano Veneto (tanto per ricordare un'altra alluvione terribile) e guardate i terreni a milioni di ha che diventano "arancioni"... disseccati da contoterzisti ed agricoltori che corrono, spesso indebitati con le Banche, senza preoccuparsi del futuro... e non hanno tempo di lavorare la terra come si deve... il tutto per risparmiare qualche €/ha... !!! (mentre i fondi agroambientali europei dovrebbero sostenere pratiche ecologiche per i loro maggiori costi...)
O, peggio, gli oliveti "agente arancio" in primavera... sotto l'effetto del solito Glifosate (Roundup e prodotti similari), il diserbante più venduto al mondo, micidiale per la salute umana e ormai presente in tutte le acque di falda (fonte Ispra Arpa), così come altri micidiali pesticidi e diserbanti...
Mentre i Pagamenti Agroambientali Europei destinati alle regioni dovrebbero pagare per Legge, tutti i mancati ricavi, i maggiori costi più un 20% di spese di transazione, più un altro 30% per le azioni di vasta area, agli agricoltori che forniscono servizi ambientali e sanitari (agricoltura Biologica, Siepi, inerbimenti dei campi, incremento dell'Humus, ecc..).
 Sulla non correttezza della Spesa Agroambientale europea (avviata nel lontano 1992, sic !) è intervenuta, ripetutamente, da almeno un decennio la Corte dei Conti Ue (Relazione n. 3/ 2005 e n. 7/ 2011 sulla Spesa Agroambientale delle regioni europee).
Ma le regioni continuano imperterrite nei loro disastri a carico dell'economia agricola e della salute pubblica e dell'ambiente degli italiani.
Mentre i consorzi agrari continuano a  far affari sulla nostra pelle, in primis degli agricoltori stessi. E non riescono a riconvertirsi verso una "convergenza di interessi"... ovvero a vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica e ritirare raccolti Biologici !
 Un disastro che è tra le principali cause di oltre 50 miliardi all'anno di spesa sanitaria nazionale  per malattie degenerative collegate direttamente, come concause aggravanti, all'impiego di pesticidi in agricoltura ed ai residui negli alimenti e nel pescato.
Oggi il Cancro è la prima vera causa della crisi economica italiana... siamo un "paese al reparto oncologico" !! L'Aspettativa di vita sana nel nostro paese è calata dal 2003 ad oggi di almeno 10 anni (dati UE), mentre il tasso di tumori infantili neonatali cresce del 3% all'anno in Italia,  il doppio degli altri paesi europei (dove l'uso di pesticidi è stato drasticamente ridotto già negli anni '90). L'infertilità delle coppie Italiane è tra le più alte al mondo a causa dell'effetto di disturrbo ormonale dovuto ai residui chimici negli alimenti e nelle acque. In Italia abbiamo 1,4 figli per coppia, in Germania ne hanno 3,5, in Francia 3... se andiamo avanti così, tra breve non ci saranno più italiani e gli stranieri avranno finalmente vinto al loro guerra di invasione eliminandoci con la chimica e gli OGM... Una guerra che oltretutto ci viene venduta, come lento suicidio a Pagamento a partire dalle campagna per arrivare ai Supermarkets del cibo globalizzato e finire alle chemioterapie e medicine sintetiche.
L'Italia da sola consuma oltre il 35 % di tutti i pesticidi UE, mentre l'agricoltura è indebitata in maniera spaventosa e i contadini vengono sfruttati dal commercio e dalle industrie agroalimentari... allorquando i fondi UE finanzierebbero lo sviluppo delle filiere corte o dirette locali e biologiche, in forma obbligatoria e prioritaria.
Abbiamo in mano una finanziaria da almeno 40 miliardi di € annui per salvare l'Italia e la vita degli italiani... oltre alla nostra economia: I Contributi PAC di sostegno al reddito degli agricoltori e quelli dei PSR regionali, per il pagamento di servizi e investimenti in agricoltura.
Da almeno 20 anni denuncio queste mancanze, partecipando a trasmissioni popolari come Report, Ambiente Italia, ecc. Grazie a un manipolo di agricoltori biologici abbandonati da tutte le "ufficiali rappresentanze" abbiamo attivato i ricorsi amministrativi ai TAR in Umbria, Marche Toscana e Campania. E un esposto alla Corte dei Conti la tiene informata dei fattii dal 2000, così come informati sono il Ministero Agricoltura, le Regioni, la Commissione UE che approva programmi spesso non conformi agli obiettivi delle normative europee, salvo esporsi alle puntuali critiche della Corte dei Conti Ue sopracitate...
Se qualcuno ci vuole aiutare... o meglio se qualcuno vuole aiutarsi... ci contatti pure
Se, poi, volessimo approfittare di questi due prossimi anni cruciali, con ancora molti fondi disponibili, per avviare la corretta applicazione dei programmi Agroambientali europei e regionali, facendo tutti un esame di coscienza, potremmo passare dal conflitto alla convergenza di interessiper avviare finalmente una riconversione Italiana Agroecologica, nel suo ruolo multi-funzionale, cruciale per la salvaguardia della salute e dell'ambiente e la tutela del territorio dall'erosione, per assicurare ai nostri figli la fertilità biologica della Terra e la conservazione della sua capacità di nutrirli. 
E non di ammalarli, come oggi succede a causa del sistema agro-industriale globalizzato offerto nei Supermarket.
 Approfittiamo della crisi industriale per tornare alla Campagna e coltivare biologicamente (ci sono molti fondi anche per aprire nuove partite iva di giovani agricoltori sotto i 40 anni)...
E ri-colleghiamo i cittadini agli agricoltori attraverso i mercati locali e solidali, al giusto prezzo.
Rimettiamo gli alberi lungo i fossi, le siepi lungo i campi e i boschetti lungo i fiumi, togliamo il cemento dove fa danni.
Ricostruiamo il Paesaggio tradizionale della Campagna Italiana, restaurando i Casali in Bioedilizia, dotandoli di energie rinnovabili....
Soprattutto, ricostruiamo l'Humus alla Madre Terra, recuperando le tradizioni Agroecologiche e diffondendo tecniche Biologiche avanzate "ecocompatibili". 
Riportiamo agli agricoltori italiani la responsabilità della nostra salute... 
...sono sicuro che loro ne avranno gran cura.
Ma attenzione, se non applichiamo la "clausola di Salvaguardia Nazionale"(come prescrive la Dir. 2001/18 CE in materia), vietando ogni importazione di OGM, per gli accertati pericoli per la salute e la contaminazione irreversibile dell'ambiente, se non sottoponiamo preliminarmente la materia OGM al referednum consultivo popolare, come prescrive la stessa direttiva...
...l'anno prossimo la Monsanto e le altre multinazionali potranno vendere e far seminare OGM anche in Italia... e la guerra di sopravvivenza della tradizione agroalimentare italiana sarà definitivamente ed irreversibilmente persa !
Chi ci salva? Beppe Grillo o il Movimento 5 Stelle?
...o una rivolta popolare spontanea
 saluti cari
Prof. Giuseppe Altieri 
Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it 
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 Occorre ottimizzare la spesa dello stato: dall’emergenza alla prevenzione
 La mitigazione del rischio idrogeologico è una priorità. Continuare a finanziare gli interventi di somma urgenza e solo nuovi 180 milioni di euro per tre anni non sono la soluzione
 In Italia oltre 5 milioni di cittadini a rischio. Le frane e le alluvioni riguardano l’82% dei Comuni italiani
 I primi giorni dell’autunno hanno drammaticamente riportato all’attualità il problema del rischio idrogeologico. Liguria, Toscana, Liguria, Puglia, Sicilia sono le prime regioni che hanno dovuto fare i conti con il problema delle forti piogge e le conseguenti frane o esondazioni di torrenti e fiumi. Precipitazioni, sempre più intense e frequenti per i cambiamenti climatici in atto, un territorio che ogni anno è reso più vulnerabile dal consumo di suolo e una politica di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico che continua a basarsi su pochi interventi di somma urgenza invece che su un’azione di prevenzione e manutenzione diffusa su tutto il territorio sono le cause del problema. Purtroppo le regioni e i cittadini coinvolti sono destinati ad aumentare. Sono infatti più di 5 milioni i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione.
 La difesa del suolo e le politiche di prevenzione del rischio sono ormai urgenti, come ricordato anche nelle recenti risoluzioni approvate alla Camera e al Senato. Nuovi fondi per la prevenzione però non arrivano nemmeno quest’anno, o ne arrivano troppo pochi. La legge di stabilità varata dal Governo infatti sblocca 1,3 miliardi di euro per interventi immediatamente cantierabili in attuazione degli Accordi di programma fatti con le Regioni per far fronte alla somma urgenza e ne stanzia di nuovi solo 180 milioni in tre anni così divisi: 30 milioni per il 2014, 50 per il 2015 e 100 per il 2016. Risorse assolutamente insufficienti e soprattutto che non vengono destinate a mettere in campo quell’azione necessaria e integrata di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologica quanto mai necessaria.
Dopo anni di risorse virtuali e di finanziamenti erogati sulla base di schemi emergenziali, occorreva quest’anno dare impulso ad investimenti veri, duraturi, di buona finanza ma soprattutto di buona prevenzione. Ma così non è stato. Il debito pubblico e lo spread non possono rappresentare le motivazioni per non intervenire in questo settore, per il quale è necessario trovare meccanismi finanziari adeguati. Serve una scelta politica forte, convinti che l’attuazione di tutto questo non solo produrrà un beneficio in termini di sicurezza, ma anche come rilancio occupazionale ed economico dei territori. Infatti, occorre attivare programmi di manutenzione ordinaria, controllo e tutela del territorio e dei fiumi, per attivare i quali è necessario un supporto tecnico qualificato e diffuso localmente, con la possibilità di creare nuova occupazione. Per questo sarà importante inserire gli interventi e le politiche volte alla mitigazione del rischio idrogeologico anche nella futura programmazione dei fondi strutturali comunitari 2014-2020 e soprattutto permettere alle amministrazioni locali di mettere in campo gli interventi necessari, prevedendo opportune deroghe al patto di stabilità in particolare per le Regioni che partecipano al cofinanziamento degli interventi previsti dagli accordi di programma”, così dichiara la colazione di rappresentanza.
Azione questa prioritaria e richiamata a gran voce anche in questi giorni. Infatti le spese di Regioni e Comuni relative alla mitigazione del rischio idrogeologico vanno considerate come veri e propri investimenti, in quanto più efficaci di qualsiasi intervento in emergenza e in grado di prevenire danni per cifre ben superiori a quelle così investite.
Purtroppo si continua ad ignorare la necessità di attuare una seria politica di mitigazione del rischio da frane e alluvioni nel nostro Paese, a partire da una seria applicazione delle direttive europee “Acqua (2000/60/CE) e rischio alluvionale (2007/60/CE) e dalla mancata istituzione delle Autorità di distretto e di una governance che ragioni a scala di bacino, su cui siamo già in forte ritardo rispetto alle scadenze europee al 2015. Negli ultimi 20 anni per ogni miliardo stanziato in prevenzione ne abbiamo spesi oltre 2,5 per riparare i danni. Il Ministero dell’Ambiente ha quantificato infatti in circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione, mentre nello stesso periodo si sono spesi 22 miliardi di euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. Un bilancio reso ancora più grave dalle numerose vittime e tragedie che frane e alluvioni hanno causato e continuano a causare sul territorio.
 “Le politiche per la mitigazione del rischio idrogeologico non si possono limitare allora all’attuazione di pochi interventi puntuali. Serve un’azione nazionale di difesa del suolo che rilanci la riqualificazione fluviale, la manutenzione ordinaria e la tutela del territorio come elementi strategici delle politiche di prevenzione, abbandonando la logica del ricorso a sole opere strutturali e di somma urgenza e pensando – come richiesto dalle Direttive Europee - a un insieme di strumenti e misure che puntino a ridurre il rischio assecondando maggiormente le dinamiche fluviali. Un approccio che superi la logica di emergenza che ha caratterizzato l’azione delle istituzioni in questi ultimi anni.”
 Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, WWF, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Aiab, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Società dei territorialisti, Alta scuola
 L’ufficio stampa di Legambiente:
0686268353-76-99

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Luisa Calderaro 
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