Ma siamo sicuri che sia veramente buono?
Non sono un medico o patologo, ma sono comunque preoccupato per la forte incidenza che il cancro alla prostata ha in questo territorio, dove le colline sono sedi di vigne coltivate a prosecco cosiccome i terreni in pianura, da quando Zaia stabilì che il prosecco DOC possa essere coltivato anche in quasi tutta la pianura veneta.
Del resto il progresso va avanti, e la stupidità dei nostri avi, che coltivavano la vite solo in collina, ha lasciato il passo alle capacità del politico ed enologo Zaia.
Coltivare la vite in pianura è molto più facile e redditizio: non importa se le viti in pianura vanno irrorate almeno il doppio rispetto alle viti in collina, a causa della forte umidità.
Non importa se la causa della forte umidità in pianura sia il ristagno dell'aria, che trattiene le sostanze tossiche utilizzate per irrorare le viti, cosicché passeggiare in campagna da maggio a ottobre sia una scelta sconsigliata.
Non importa infine se le sostanze che rimangono fissate nella pianta vengano poi liberate in aria con la combustione abusiva dei tralci di vite, che origina una foschia odorosa che permane per tutto il periodo da novembre a febbraio.
L'importante è produrre, il più possibile, fare schei, e se qualche malattia ormai fin troppo frequente ci perseguita, sarà solo colpa di Cernobyl o Fukushima!
Purtroppo l'agricoltura è rimasto il settore "industriale" più inquinante: disperde il 100% dei prodotti tossici utilizzati (li chiamano fitofarmaci per non chiamarli pesticidi) nell'aria, nel territorio, nell'ambiente, nei prodotti che poi vendono al consumatore, senza che la legge si pronunci in merito.
Un'industria che emmette in atmosfera un carico di veleni corrispondente a quella emessa da una piccola attività agricola verrebbe sicuramente chiusa, con sanzioni pesantissime, in un tempo brevissimo.
Le aziende agricole, invece, sono "privilegiate": inquinano per produrre quello che i consumatori acquistano a caro prezzo credendo sia il nettare degli dei, ignari dei residui tossici dovuti alle irrorazioni.
Quanto dovremo aspettare per vedere in etichetta il contenuto di sostanze cancerogene o velenose presenti nelle bottiglie?
E poi vi sembra normale che chi produce i fitofarmaci per l'agricoltura sono gli stessi gruppi industriali multinazionali che producono anche i farmaci per noi? Prima ti avvelenano, poi ti curano.... ci manca solo che, per chiudere il ciclo, forniscano anche il servizio di pompe funebri!
Alcune informazioni interessanti sull'uso della chimica in agricoltura e sul biologico: http://www.qdpnews.it/news_desc.asp?id=3009.
Mi permetto in particolar modo di inserire di seguito quanto scritto da Giuseppe Altieri, Agroecologo:
Gentile Viticultore,
Dato che si vogliono fare discorsi di macrolivello... è una vera e propria fesseria dire che l'agricoltura è costretta ad utilizzare la chimica perché deve dare da mangiare a 7 miliardi di persone!
Oggi nel mondo si allevano, per la maggior parte in modo industriale, cioè senza terra, circa 3 miliardi di UBA (bovini equivalenti, corrispondenti a diversi miliardi di animali), i quali mangiano risorse naturali ed OGM almeno come 20 miliardi di persone, consentendo in realtà di sfamarne (spesso avvelenandole con la carne che accumula noltissimi residui chimici) solo 2- 3 miliardi... mentre oltre un miliardo di esseri umani muore di fame perché non ha soldi per comprarsi da mangiare! Nutriamo questi miliardi di animali in fabbriche piene di medicine ed ormoni, con mais, soia ed altri prodotti e sottoprodotti agro-zootecnici industriali (ogm, deiezioni dei polli, ecc.). E i pesticidi, i diserbanti, e i disseccanti utilizzati nelle coltivazioni distruggono l'humus dei terreni, causando desertificazione e provocando anche alluvioni perché riducono la capacità dei suoli di trattenere l'acqua.
Massacriamo da 50 anni i terreni più fertili e produttivi, accumulando molti residui chimici, i quali si fissano così negli organi degli umani, al vertice della catena alimentare.
Abbiamo eccedenze agroalimentari in ogni settore ottenute a danno della natura e delle popolazioni più deboli semischiavizzate. i dati FAO ci dicono che l'attuale produzione, seppur distorta verso le carni, potrebbe alimentare oltre 8 miliardi di persone e il 50% dei prodotti freschi li buttiamo senza che arrivino nemmeno sulle tavole, tra scarti di pezzatura, perdite di trasporti assurdi in tutto il mondo e perdite di supermercato e di...frigorifero domestico...
Troppo cibo per poter mangiare tutti
Queste eccedenze creano il crollo dei prezzi alla produzione a vantaggio di speculatori che invadono i mercati internazionali, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e sanitaria di tutti i Paesi e le loro economie agricole tradizionali, provocando la Fame per mancanza di risorse economiche e il suicidio di contadini in tutto il mondo che perdono la terra per pagare i debiti con le banche. Solo in Italia, negli ultimi 10 anni ottocentomila ditte agricole hanno chiuso (fonte: Coldiretti), con oltre 3 milioni di posti di lavoro persi in indotto. E ci lamentiamo per la chiusura di uno stabilimento della FIAT... invece di aprofittare per tornare alla campagna e produrre made in Italy Biologico da consumare in primis sul territorio e metter all'asta mondiale della qualità.
E' logico che il biologico non deve alimentare i miliardi di animali allevati in forma industriale! Ci sono nel mondo oltre 3 miliardi di persone che si nutrono con prevalenza assoluta di prodotti vegetali... e godono di ottima salute
Se riduciamo la nostra alimentazione con prodotti animali (carni e latticini) a quelli di origine biologica (1 miliardo di UBA allevabili nel pianeta, con riduzione di 2/3 dei capi allevati), recupereremmo con le attuali terre disponibili alimenti per almeno 14 miliardi di persone sfamabili in totale.
Dati FAO dimostrano che, in tutti i sistemi agricoli mondiali, con l'aumento delle superfici aziendali diminuisce notevolmente la produttività di ettaro per terreno perché l'industrializzazione non rende possibili consociazioni colturali e corretti avvicendamenti: molti sistemi di policoltura sullo stesso terreno ed agricoltura sinergica (es. mais con fagioli, zucche e zucchine) consentono produzioni per ettaro doppie e triple di quelle industriali, conservando l'ambiente, la salute e la fertilità dei terreni. E producono posti di lavoro dignitosi, in un'agricoltura nel contempo moderna e tradizionale. Cuba, ridotta alla fame nel 1989, per l'embargo e l'abbandono dei sovietici, si è rimboccata le maniche e in dieci anni di "periodo especial" ha ricostruito un tessuto rurale, recuperando l'autosufficienza alimentare e sanitaria (medicina naturale), con sistemi di produzione biologici avanzatissimi. Di necessità, virtù...
Il biologico, anche se nei sistemi industriali produrrebbe un 30% in meno, consentirebbe sempre di sfamare almeno 10 miliardi di esseri umani, senza contare selvaggina e pesce...pulito, cioè non contaminato dai pesticidi, che finiscono tutti a mare! E sempre mangiando anche 1 kg./pro capite a settimana di alimenti animali, tra latticini e carne!
Riducendo la carne nella dieta, oltre a vivere meglio e di più, potremmo inoltre riforestare moltissime aree oggi distrutte od avvelenate dai pesticidi per alimentare bovini ed altri animali con soia, OGM e mais transgenico...
La Madre Terra ha risorse abbondanti per tutti i propri figli, ma non sufficienti per l'avidità dei pochi che non la rispettano, in nome del dio denaro e del potere più stupido che si possa immaginare: quello di fare del male agli altri!
Quanto scritto da Giuseppe Altieri è scaricabile in documento PDF di 1 pagina con alcune parti evindenziate, pronto per essere stampato.
Di seguito uno dei numerosi video in cui Giuseppe Altieri risponde ad alcune domande sull'agricoltura.
Scritto da: Giuseppe Altieri Docente di Fitopatologia, Entomologia Agroecologia e Agricoltura Biologica - Ist. Sup. Agrario di Todi
PROGETTO
BIOTERRITORIO PROSECCO finanziabile
con la misura 124 del PSR Veneto (innovazione Agroecologica Avanzata)
La
Viticultura Biologica è più efficace di quella Chimica... e fa
vendere meglio il Vino, proteggendo la salute dei consumatori e degli
abitanti delle zone viticole.
Oggi
abbiamo a disposizione mezzi tecnici biologici che garantiscono
efficacia superiore a quella dei mezzi chimici, utilizzati secondo
criteri scientifici in relazione alle infezioni ed incubazioni dei
Patogeni, consentendo un risparmio sui costi di difesa e il
miglioramento delle condizioni sanitarie dei lavoratori in azienda,
senza problematiche di rispetto di temi di carenza, ne residui
chimici nei vini. La moderna Viticultura Biologica, ad esempio, ha a
disposizione prodotti rameici a bassi dosaggi in grado di essere
anche assorbiti dalle piante (attività
citotropico-sistemico-fisiologica) curando meglio dei prodotti
sistemici chimici le nostre belle vigne. E' assurdo utilizzare
prodotti cancerogeni come Folpet e Mancozeb, che sono semplici
protettivi di copertura, sostituibili dalla vecchia Poltiglia
Bordolese in maniera molto più efficace e duratura... Esistono
inoltre sostanze naturali adesivizzanti e protettivi che evitano il
dilavamento del rame durante le piogge, consentendo apporti
minimi entro i limiti di 6 kg/ha, consentiti nel Biologico, ovvero la
quantità di rame che più o meno si porta via il raccolto dell'Uva,
essendo il rame anche in microelemento fondamentale per la vita delle
piante e degli animali (uomo incluso). Lo zolfo in polvere e i
polisolfuri consentono difesa dall'oidio senza nessun problema, con
maggiore efficacia dei prodotti chimici, semplicemente assurdi
contro questa malattia che vive all'esterno dei tessuti della pianta
e che muore a contatto coi vapori di zolfo. Lo zolfo è anch'esso
elemento base della vita... anzi l'elemento da cui ha avuto origine
la vita sul pianeta terra. Contro la Botrite si usano
microrganismi utili senza tempi di carenza ne interferenze sulle
fermentazioni, di basso costo... E per tagliare l'erba sotto le
piante abbiamo molti mezzi meccanici e solo le persone
disinformate possono continuare a distruggere i propri terreni (e la
propria salute, visto che il Glifosate è responsabile di molte
malattie degenerative quali linfoma non hodgkin, aborti tardivi e
problemi di mutagenesi) usando disseccanti chimici che favoriscono le
alluvioni per distruzione della vegetazione e dell'Humus.
L'inerbimento dei vigneti, oltre a proteggere dall'erosione, consente
ai lombrichi di aumentare nel tempo la fertilità degli stessi,
rendendo le piante più resistenti alle malattie e agli insetti
dannosi, contro i quali insetti è disponibile un armamentario di
mezzi biologici di difesa di primissimo livello (Bacillus
Thuringiensis, Confusione sessuale, Spinosad, insetticidi naturali,
olii e saponi potassici, ecc.).
PRINCIPALI
VANTAGGI DELLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA DEL VIGNETO
- Miglioramento dei risultati fitosanitari grazie alla difesa preventiva.
- Risparmio di almeno il 30% sui costi fitosanitari medi
- Carattere territoriale ed organolettico unico delle uve e vini, senza interferenze chimiche
- Pagamenti Agroambientali (Mis. 214 PSR), con maggiorazioni nei primi anni (riconversione) + contributo per inerbimenti e sovesci sovesci (900 /ha di contributo massimale UE), rimborso spese di certificazione biologica (Mis 132 PSR) e di assistenza tecnica (sempre prevista nei PSR).
- Miglioramento della fertilità dei suoli ed humus e tutela dall'erosione. Pagamenti specifici per inerbimenti e concimazioni organiche in alcuni PSR
- Tutela della salute degli agricoltori, dell'ambiente e della sanità dei vini, per l'assenza di residui chimici di sintesi pericolosi che si accumulano provocando danni cronici
- Penetrazione e valorizzazione nel mercato biologico, in forte espansione, per la sempre maggiore coscienza dei consumatori sulla tutela della propria salute e dell'ambiente
- Contirbuti per promozione dei “Vini Biologici” sostenuti da fondi regionali (Misura 133 dei PSR) e ministeriali
- Migliore e “naturale” fermentazione dei mosti, anche senza necessità di starters che modificano la tipicità territoriale
- Possibilità di ottenimento di Vini d'Autore, soprattutto se curati con “artigianalità”
- Dal 2012 è possibile etichettare i “Vini Biologici”. 12 mesi dopo la notifica di iscrizione in biologico è possibile etichettare i vini da “Uve in Conversione all' Agricoltura Biologica”
Quest'ultimo documento in formato PDF, stampabile, di 1 pagina.
Si chiarisce che principio di tutela significa agire prima che le statistiche epidemiologiche (di solito con ritardo di decenni) certifichino la pericolosità di un pesticida.
Link ad un interessante articolo che parla dell'attuazione di un regolamento comunale nella Val di Non contestato dai coltivatori di mele ma approvato dal TAR, il quale considera valido il principio di tutela secondo cui sia necessario agire prima che le statistiche epidemiologiche (di solito in ritardo di decenni) certifichino la pericolosità di alcuni fitofarmaci per cui non ci sia una prova scentifica di non pericolosità.
Testualmente, il TAR scrive:
"... l'introduzione in sede comunale di valori più rigorosi rispetto a quelli validi sul territorio
provinciale costituirebbe, secondo l’amministrazione locale, applicazione del
principio di cautela, che rende necessario minimizzare le esposizioni ai
fitofarmaci in questione, sia in relazione a recenti studi medico-scientifici,
che proverebbero un’associazione positiva tra pesticidi agricoli e vari tipi di
cancro, sia in attesa di ulteriori accertamenti che diano risultati
indiscutibili".
Estratto di un articolo redatto dal comitato WWF di Refrontolo:
Dai dati ricevuti dalla ULSS7, riguardanti gli anni 2007-2008-2009, degli assistiti per patologia neoplastica maligna che usufruiscono del codice E048 per l’esenzione del ticket, sono stati rispettivamente: 8760, 9146, 9651, con crescite in media del 5% annuo.
I nuovi codici 048 di incidenza neoplastica maligna assegnati nel 2009 sono stati 1132, mentre le cancellazioni sono state 524, il che significa che la crescita annua è esponenziale.
I tumori sono la prima causa di morte nella classe di età tra 1 e 4 anni e la seconda tra 5 e 14 anni. I tumori maligni sono la prima causa di morte negli adulti tra 25 e 64 anni.Dobbiamo ricordare che gli effetti a lungo termine dovuti all’accumulo progressivo di questi veleni, veleni estranei all’organismo umano e sconosciuti allo stesso perché molecole chimiche di sintesi artificiali, sono di quattro tipi: cancerogeno (provocano tumori di decine di tipi), teratogeni (provocano modificazioni mostruose del feto), mutageni (creano tare ereditarie trasmesse nelle generazioni), interferenti endocrini (provocano sterilità sia maschile che femminile, alterazioni del sistema nervoso centrale come il Parkinson, iperattività nei bambini, deficienze mentali, depressione, etc).
Non vogliamo aspettare 50 anni per mettere al bando determinate sostanze pericolose come è successo per il famigerato DDT o per l’amianto.
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